IL PAESAGGIO STORICO
L’ultimo mezzo secolo ha visto una radicale trasformazione del nostro territorio, dovuta al quasi totale abbandono dell’agricoltura in favore dell’allevamento. A questa fase sta ora seguendo un’ulteriore processo di abbandono del territorio anche da parte dell’allevamento che si va, via via, rinchiudendo nelle stalle.
La storica organizzazione degli insediamenti e dei terreni circostanti prevedeva estese porzioni destinate al verde produttivo: orti dentro i paesi e una vasta cintura di campi ai loro margini.
Di questa cintura, il mais occupava una rilevantissima percentuale, nelle posizioni più pianeggianti, fertili e assolate. Non solo, anche alcune parti dei nostri edifici tradizionali era- no specificamente destinate alla produzione e conservazione del granoturco: i poggioli con le loro geometriche teorie di stanghe per l’essiccazione delle pannocchie, ma anche le arieggiate soffitte dove si conservavano le sementi.
Oggi è impensabile riproporre quella organizzazione territoriale in quelle dimensioni e proporzioni. Eppure, questo non ci autorizza a trattare i terreni più fertili e rari dei nostri fondovalli come semplici riserve di terreno edificabile. La loro rilevanza agricola, anche se solo potenziale, li rende un bene comune che va salvaguardato e valorizzato. Questi terreni costituiscono una preziosa riserva di sovranità alimentare che è nostro dovere trasmettere integra ai nostri figli. Solo così potremo pensare di far fronte, almeno in parte e per quanto le nostre risorse attuali ce lo permettono, ai dilaganti abbandono e banalizzazione del paesaggio delle nostre valli.
Sono qui proposte alcune fotografie storiche scattate neI decenni centrali del Novecento da Giovanni Fontana, fotografo di Ronco.
Queste immagini mostrano un paesaggio storico ormai scomparso, caratterizzato da vasti prati e fitte strisce di campi (soprattutto di granoturco) a ridosso degli paesi.
L’archivio fotografico di Giovanni Fontana e depositato presso la sede del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino.